venerdì, Settembre 29, 2023
Musica

“Donne di strada” il nuovo brano di Ivan Romano e Maria Iannaccone

Esce oggi il nuovo singolo del cantautore Irpino IVAN ROMANO con il testo di Maria Iannaccone.

Il brano si intitola “Donne di strada”. Non a caso l’uscita avviene l’8 marzo, data nella quale si celebra la conquista sociale della donna. La canzone vuole sensibilizzare un argomento purtroppo ancora in voga, ossia quello dello sfruttamento della prostituzione.
Lontano dall’esser indagato come il “mestiere più antico del mondo”, l’argomento in questione è narrato attraverso le corde della delicatezza e della sensibilità, in questo caso appartenenti all’universo femminile dell’autrice, che hanno trovato risonanza nella capacità creativa e nella professionalità di Ivan Romano.

Senza pretesa alcuna, ma assolvendo anche il compito di cittadina pensante, persona prima che donna, Maria Iannaccone suggerisce anche degli spunti di riflessione per affrontare la problematica. 

Il meretricio è figlio di un patriarcato antichissimo per cui alle donne, considerate oggetto del desiderio e del soddisfacimento maschile, non bisognava lasciare la possibilità di esprimersi, agire, decidere come soggetti indipendenti. Nonostante la storia abbia portato, con le sue rivoluzioni, grossi mutamenti e scosso le usanze della società moderna che chiamiamo civile, bisognerebbe fare ancora tanto per smuovere le coscienze che, tuttavia, restano spesso assopite in retaggi del passato, che passato ancora non è. 

La figura femminile è, tutt’oggi, considerata in contrapposizione a quella maschile, ed anche in Italia, nazione considerata emancipata, si usano metri e misure ben diverse per le due parti: da qui emergono le differenze salariali; i comportamenti socialmente accettabili a seconda del sesso di appartenenza; i ruoli di moglie, madre, donna in carriera ecc tra i quali ancora il genere femminile è chiamato, se non a scegliere, quantomeno a spiegare come intende vestirli nello stesso periodo della sua vita. Sarebbe, dunque, necessario affrontare insieme agli uomini la parità dei diritti e le pari opportunità in quanto facce della stessa medaglia fortemente interdipendenti tra loro.

Quando ad un uomo è stato domandato come abbia fatto ad occuparsi del lavoro e della famiglia al contempo? Quante volte lo si sente chiedere ad una donna? 

La domanda è retorica, non meno della società del XXI secolo in cui viviamo, che definisce ancora le scelte e le caratteristiche delle donne in relazione all’universo maschile, il quale si sente tuttavia deresponsabilizzato quando in ballo ci sono problematiche come quella trattata nel testo della canzone, che troppo spesso diventa una questione solo femminile.

Nel nostro Paese la prostituzione è lecita. Infatti, nell’articolo 2 della Costituzione tra i diritti inviolabili c’è anche quello di disporre liberamente del proprio corpo e, nell’articolo 41, si riconosce la libertà di iniziativa economica, mentre sono perseguite legalmente le attività connesse, quali: lo sfruttamento, il favoreggiamento, l’induzione, l’organizzazione in appartamenti o in qualsiasi altro luogo chiuso, sotto il controllo di terzi.

Leggi efficaci, concretamente in grado di arginare le cause sociali di questo fenomeno, sono di primaria importanza per contenerne l’espansione.

Un’analisi attenta ed un’accurata riflessione possono aiutare a trovare soluzioni che in anni non sono state individuate attraverso l’inutile fiume di parole che solitamente accompagna un tema così serio.

Le cooperative, le associazioni di volontariato, la scuola, i centri…, accogliendo, ascoltando, orientando, possono dare una mano alle meretrici nel superare le difficoltà del reinserimento ma, per riuscire a sostenere queste donne nella conquista di una nuova fiducia in se stesse e nella civiltà, ciò che bisogna concretamente attivare è la coscienza collettiva.

La festa della donna sia, dunque, per tutti, il pretesto per iniziare ciascuno un percorso di ridistribuzione di responsabilità tra le parti, maschili e femminili, soggettive e collettive, per affrontare concretamente la problematica da più di una prospettiva, senza dimenticare che per una donna che si prostituisce, c’è sempre un uomo che è disposto a pagare dall’altra parte, in forme diverse.

Oltre alla musica ed alla voce di IVAN ROMANO, hanno partecipato al progetto FRANCESCO VITIELLO (arrangiamenti e programmazioni) MARIA IANNACCONE (Testo) CLAUDIO CONVERTITO (Basso e Missaggi) FRANCESCO FIERRO (Chitarra acustica) ANDREA PERRONE (Flicorno) EMILIANO BARRELLA (Batteria).
Il brano è disponibile su tutte le piattaforme di musica digitale.

http://itunes.apple.com/album/id1610111292?ls=1&app=itunes

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