sabato, Settembre 30, 2023
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Intervista divertente a un’autrice promettente sul libro “Fiabe Positive”

E’ notizia di questa ultima settimana: reduce dalla partecipazione
della X edizione del premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE in
cui è giunta tra i finalisti, la prolifica autrice di origini
campane Maria Iannaccone ci ha regalato un altro libricino di
rosso vestito che reca il titolo: “Fiabe positive”. Ancora fresco
di stampa (abbiamo dovuto soffiare sull’inchiostro!) lo abbiamo
letteralmente divorato e dunque siamo a chiedere dettagli, sanare
curiosità, farci svelare retroscena e confessare aneddoti
dall’autrice medesima.
In odore di santità, ci ha concesso stoicamente un’intervista a
dir poco singolare, sicuramente positiva e, per alcuni versi,
improbabile.
E allora, Maria … hai un bel nasino ma -giusto in tema di favole –
quando dici le bugie ti si allunga?
No. Se accetto di rispondere a una domanda sono onesta altrimenti
la dribblo.

Ci crediamo, intanto centimetro da sarta alla mano, prendiamo le
misure … bene, archiviato! Si vedrà alla fine.
Dicevamo nella premessa: autrice prolifica. Ben cinque volumi
pubblicati nell’arco di quasi due anni, questo è il sesto. Ti
senti più prolifica o incontinente?
Prolifica.
I primi cinque tomi erano figli della pandemia, questo della
guerra in Ucraina?
No! Questo tomo è la risposta alla negatività provocata dalla
pandemia.

Facciamo che il prossimo lo scriverai allo scoppio di una bomba
nucleare di benessere e prosperità mondiale?

Ahimè! Se così fosse, il prossimo non sarebbe a breve. Ma ho
un’idea: dammi una mano a diffondere il libro a macchia d’olio e,
se qualcosa di quanto suggerito fosse applicato, benessere e
prosperità diverrebbero presto una realtà.

A proposito: i ragazzi di oggi, quasi in tutto il mondo, non
leggono più e non credono più alle favole. Ti senti un po’
esodata?
No, non mi sento esodata perché adatto le mie storie alle nuove
esigenze degli adolescenti senza, però, perdere di vista né il
ruolo che svolge questo tipo di narrazione, né gli obiettivi che
vorrei raggiungere
.
Nella copertina hai scelto l’immagine di una fragola che, tagliata
a fette, sprigiona un frappè di fragola, appunto. E’ una nuova
varietà di fragole? E poi – rimanga tra noi – dove le compri
queste fragole? Le voglio pur’io…
Ti ringrazio per questa domanda perché mi dà la possibilità di
spiegare il collegamento esistente tra l’immagine e il contenuto
del libro. Ho scelto una deliziosa, succosa, squisita fragola per
la copertina perché ben si presta a trasmettere allegoricamente i
messaggi presenti nel testo. Prima di tutto, questo frutto ha in
comune con il genere fiabesco le origini remote e misteriose. E
poi, così come la fragola che aveva per gli antichi romani grandi
poteri medicinali, la positività ha per noi il potere di
migliorarci la qualità della vita. Le numerose proprietà
nutrizionali di questo frutto sono simili a quelle del pensiero
positivo che alimentando la mente, incrementano la salute.
Pertanto, ti consiglio di comprare tante fragole e di mangiarle a
iosa per godere dei suoi effetti benefici.

Le fiabe dovrebbero essere pensate e scritte a beneficio dei
bambini ma le leggono molto volentieri anche i grandi. A chi è
diretto veramente “Fiabe positive”? Confessa!
A tutti i lettori di buona volontà, indipendentemente dall’età.
Con la tecnologia attuale, tra audiolibri, intelligenza
artificiale e domotica è tecnicamente possibile… ma tu
delegheresti la lettura di una fiaba ad Alexa?
Perché no! È opportuno non pensare ai giovani di oggi con la
mentalità di ieri. Pertanto se Alexa, figlia di questa epoca,
riesce a veicolare i messaggi che voglio trasmettere, le faccio
leggere le mie fiabe.

Considerato il prezzo di copertina e il formato tascabile pensi
che un adolescente sia invogliato a comprare il tuo libro? E un
adulto?
Potrebbero! Il mio libro è su Amazon in versione sia cartacea sia
ebook quindi con due prezzi e due modalità di lettura diverse.

Tocca all’acquirente decidere che tipo di esperienza vuole fare.
Di certo gli farà bene vivere due/tre ore di meravigliosa e sana
positività.

Hai dedicato il libro a tua figlia Stefania ma la prefazione è di
Chiara Iannaccone (altra tua figlia?). Sei consapevole che stai
mettendo zizzania in famiglia?
Ho semmai armonizzato la mia famiglia, menzionando mia figlia
nella dedica e lasciando a mia nipote la prefazione.

Torniamo al tuo libro: sono presenti dieci fiabe di tua invenzione
ma, giunti a pagina 79 lo scrigno si chiude inesorabilmente.
Temevi di annoiare o sei stata semplicemente un po’ avara con i
tuoi lettori? Occhio al naso!
Penso che un testo lungo, articolato, nell’era delle tecnologie
digitali non invoglierebbe alla lettura né molti giovani né molti
adulti. La lettura, a mio avviso, è un po’ come quando ti siedi a
tavola per nutrirti: è opportuno alzarsi soddisfatti ma non
intrippati!

Va bene, ci crediamo! Ora andiamo nello spazio.
Sei stata scelta per la prima missione spaziale su Marte. Potrai
portare con te un solo libro: quale e perché? Dimenticavo: i tuoi
libri sono tutti esauriti e non sono previste ristampe.
Ah, finalmente sono stati comprati tutti i miei libri!
Ma torniamo al tomo che porterei con me. Uhm! Non è semplice la
scelta perché ci sono diversi testi che adoro ma se devo proprio
indicarne uno è, certamente, “Cent’anni di solitudine” di Gabriel
G. Marquez.
Mi piace perché attraverso il racconto della vita dei personaggi
l’autore ci fa comprendere il profondo valore delle nostre radici
e delle nostre storie personali. Ci induce a riflettere sulla
solitudine che accompagna spesso le nostre lotte e sofferenze per
la mancanza di comprensione di chi ci orbita intorno.

E allora, rimanendo in tema di fiabe … se tu avessi la bacchetta
magica in quale personaggio delle favole o delle fiabe, ti
vorresti trasformare. Hai quattro opzioni:
a) Cenerentola,
b) La bella (senza la bestia)
c) La piccola fiammiferaia
d) Belen Rodriguez
Ma Belen Rodriguez
Perché vorresti dirmi che Belen Rodriguez non è una favola?
Vabbè… siamo seri. Domanda a bruciapelo: da uno a dieci quanto ami
il Decamerone di Boccaccio?

Dieci!
Era una innocentissima domanda a trabocchetto. Innocentissima. Ti
spiego. La tua ultima fatica letteraria riprende l’invenzione
narrativa che sta alla base proprio del capolavoro di Boccaccio.
L’imputata cosa dichiara a sua discolpa?
Sicuramente l’invenzione narrativa del capolavoro di Boccaccio mi
ha ispirata e credo che guardare ai grandi della letteratura sia
un buon modo per confermarne la grandezza e l’immortalità.

Va bene, Iannaccone. Mi ricordi certi politici… con le tue
risposte. A tal proposito ti chiedo:
il Cavaliere in persona ti prega di aiutarlo nello stilare il
programma del nuovo governo. Cosa gli rispondi? Hai quattro
opzioni:
a) No perché tu non scrivi fantascienza
b) No perché, in fatto di favole, lui è insuperabile.
c) No perché sei all’opposizione
d) No perché preferisci pettinare le bambole
No perché, in fatto di favole e … non solo, lui è insuperabile.
E facciamo un altro quiz. Quando mangi una mela rossa temi di …
hai quattro opzioni:
a) Cadere addormentata
b) Non digerire la buccia
c) Trovare un vermone all’interno
d) Staccare la capsula dell’incisivo
Staccare la capsula dell’incisivo.
Ovviamente non hai vinto nulla se non un’altra domanda.
I protagonisti del tuo libro sono il professor Felice e la
professoressa Speranza. Oggi quanto ti senti felice e quanta
speranza nutri?
Sono abbastanza felice, perché ho imparato a dare un valore
diverso agli eventi e alla parola “felicità” e nutro anche molta
speranza che, però, considero come un’attesa fiduciosa, positiva
ma attiva.

Per il personaggio di Gioia, la figlia adolescente dei due
professori, ti sei ispirata alle tue figlie. E per i dieci
narratori/narratrici ti sei ispirata alla miriade dei tuoi ex
alunni. Insomma hai usato il campionario di famiglia?
Bravo! È proprio così!
Alla fine della narrazione fiabesca il lettore troverà una sezione
con esercizi di comprensione del testo e avrà la possibilità di
elencare i termini di cui ignora il significato. E’ opera della
solita prof che assegna i compiti a casa o della pedagogista
clinica che somministra la terapia?

Ah!Ah!Ah! È un mix di entrambe.
Nella prima fiaba, Michela, una trentenne bella e ambiziosa, è
drogata di social network ma si redime a seguito di un brutto
incidente automobilistico. Occorre davvero un grande shock per
capire quanto si è sciocchi?
Tu che pensi? L’esperienza cosa ti suggerisce?
Una scarica elettrica a basso voltaggio! A chi posta gli affari
propri più di una volta al giorno, una bella scarichetta sulle
dita, ecco cosa suggerisco!
Ma torniamo alle fiabe, che è meglio… nelle tue fiabe affronti a
tuo modo diversi temi universali ma non la vanità. E allora
immagina di essere davanti allo specchio. Lo interroghi con la
frase canonica: “Specchio, specchio delle mie brame …”. Hai
quattro opzioni:
a) chi è la più bella della repubblica?
b) Chi è l’autrice di favole più venduta?
c) Qual è il libro di favole più venduto?
d) Con queste rughette sexi, stasera farò sfracelli (di uomini)?
Non mi riconosco in nessuna di queste opzioni, ma la tua domanda
mi ha fatto ricordare la fiaba “Gioco di specchi”, che ho narrato
nel mio libro “Fiabe per Ritrovarsi”, dove il tema della vanità è
“sapientemente” affrontato.
Ti ho disorientato: vero?
Scusami se mi dilungo, ma mi hai posto un quesito molto invitante
per cui non posso non citarti alcuni meravigliosi versi del poeta
giapponese Kikuo Takano a proposito dello specchio.
“Che oggetto triste
hanno inventato gli uomini!
Chiunque si specchia
sta di fronte a se stesso
e chi pone la domanda
è, al tempo stesso, l’interrogato.
Per entrare più a fondo
l’uomo deve fare il contrario,
allontanarsi.”

Parole sante, Takano san!
Nella seconda fiaba, Siren è la classica adolescente desiderosa di
conoscere il mondo ma, quando le viene fornita l’opportunità di
farlo, viene agguantata da una piovra e per poco non ci lascia la
pinna. Ti riconosci in lei?
Un po’! L’autore riporta sempre, consapevolmente o
inconsapevolmente, parte di sé stesso nei suoi scritti.

Odd, il personaggio principale della tua terza fiaba, regala al
sindaco un paio di occhiali attraverso i quali vedere la realtà
delle cose e del mondo. Praticamente sono i famosi occhiali ai
raggi X che vendeva il Monello negli anni ‘80?! Confermi?

Eh sì! Sia gli occhiali degli anni ’80 sia quelli di Odd, pur
avendo scopi diversi, sono uguali perché metafora di una verità:
l’interpretazione della realtà è negli occhi di chi guarda.

“Non è bello ciò che è bello ma ciò che piace”. Si potrebbe
riassumere così la quarta fiaba che ha per protagonista il
papavero Red e la rosa Bijou?
Certo! Ognuno trova quello che vuole quando legge un libro. Potrei
anche dirti che questa fiaba spinge a non fermarsi alle apparenze
ma a conoscere il meraviglioso e misterioso mondo che alberga in
ognuno di noi, ad aprirsi verso ciò che è diverso da noi, ad
accettare l’altro per quello che è …

In tempo di crisi economica, di bollette pesantissime e di
inflazione galoppante, hai sentito la necessità di scrivere una
fiaba con il tema dell’avarizia e della generosità. E’
“Genoveffa”, fiaba numero cinque. La inoltriamo a Elon Musk,
l’uomo più ricco della Terra?
Non è una cattiva idea! Talvolta una fiaba può far riflettere più
di tanti discorsi.

Il tema amoroso, molto sentito dagli adolescenti, domina la fiaba
intitolata “Fabio” e anche la successiva “Oliviero” che è
probabilmente la più lunga e articolata fra tutte quelle presenti
nel tuo libro. Ti senti molto adolescente?
Penso che vivere l’amore conservando un pò di quella purezza e
leggerezza adolescenziale sia un modo per provare stupore, ogni
volta che ci si apre a un sentimento così articolato,
straordinario, imprevedibile…

A proposito della fiaba del passerotto Will e della nuvola Spit
vuoi anticipare tu qualche dettaglio? Per una volta puoi recitare
il ruolo del Grillo parlante…
Grazie per la concessione. Mi stupisci! Tutte queste domande e
spiegazioni ti hanno stancato?

Neanche un po’. Non divaghiamo… qui le domande le faccio io!
Va bene! Ti dirò che Will e Spit sono l’emblema del legame
esistente tra gli esseri umani: nessuno può vivere senza l’altro
se vuole soddisfare pienamente i propri bisogni. Ma per avere il
massimo apporto dagli altri è opportuno sapere cosa veramente
vogliamo per non attribuire, poi, a loro la responsabilità delle
nostre frustrazioni.

In tema fiabe da raccontare… che fiaba racconteresti a Putin per
narcotizzarlo e farlo addormentare? Magari per i prossimi dieci
anni.

Cercherei una fiaba rilassante. Penso che la “Bella addormentata
nel bosco”, potrebbe fare al caso nostro. Il sonno della
protagonista potrebbe indurre Putin al riposo, ma manderei il
principe azzurro in crociera per impedirgli di svegliarlo con il
suo bacio (potrebbe irritarlo). Ahahah!

La fiaba del ranocchio disc jockey Art è il pretesto per esaltare
il valore della musica e delle forme di arte in generale. Ti è mai
balenata l’idea di baciare un rospo per far apparire il principe
in perenne ritardo per il bacio?
Mah! Ora che ci penso… potrebbe essere una soluzione, ma molto
dipende dalle caratteristiche del rospo.

Secondo il sito web ShareRankes, che classifica gli interessi
degli utenti del web, “Il brutto anatroccolo” di Hans Christian
Andersen è stato indicato dai suoi frequentatori come la favola
più amata di sempre. Alla tua venerabile età, ti senti ancora un
brutto anatroccolo o un magnifico cigno?
Ma un magnifico cigno!
E veniamo all’ultima fiaba: Ron, che non è il famoso cantante
bensì un grillo calciatore. Per quale squadra tifi?
Nessuna! Il calcio non è uno dei miei sport preferiti.
Naturalmente la fiaba di Ron ha il calcio come pretesto ma in
effetti tocca il tema universale degli anziani e dei giovani
vogliosi di emergere a danno proprio degli anziani. Della serie:
gallina vecchia fa buon brodo?
Sì, anche se, detta così, è un po’ riduttiva ….
Son d’accordo … ma sei tu che mi stai facendo segno “stringi”!?
Dicevi?
Gli anziani sono con le loro storie di vita un valido esempio di
coraggio per i giovani e ancora oggi essi sostengono le famiglie,
le relazioni e l’economia. Pertanto, li considero “patrimonio
dell’umanità”. E non è un discorso di parte.

No, no, ci mancherebbe … e infatti ti chiedo: a Carnevale ti vesti
abitualmente da Fata Turchina o da Malefica*?
*(Malefica di “La bella addormentata” impersonata da Angelina Jolie nel film
“Maleficent”)
Grazie per la spiegazione su Malefica! Ho già dichiarato in una
tua precedente domanda di sentirmi Belen Rodriquez … per cui non
posso essere Angelina Jolie, quindi … come mi vesto abitualmente,
secondo te?

Beh, Belen si veste poco, Angelina un po’ di più … tu QB.

Chi è QB? Un nuovo stilista?
Macchè… QB: quanto basta!
A proposito… lo sai come si chiama la più brava maga araba? Fata
turchina!
Aspetta ne so un’altra: Cosa si ritrova in bocca Pinocchio la
mattina dopo una sbornia? La Fiata Turchina!
Ahahah!
L’ultima, promesso: Lo sai dov’è nata la Fata Turchina? In Costa
Azzurra!
Forteee!!!
Tranquilla, Maria la fiabista, non sono impazzito… è che, a forza
di sfogliare le tue “Fiabe positive”, mi sento positivo pur’io.
Non è che mi hai fatto un incantesimo?
Dici?
Dico, dico. Vabbè, allora ti dirò che, per esperienza personale,
le “Fiabe positive” giovano gravemente alla salute. Oppure posso
dichiarare tranquillamente che non occorre una pozione magica per
diventare positivi… è sufficiente leggere “Fiabe positive”.
Facile no?
E ora la parte più piacevole di questa intervista surreale:
procediamo alla misura del tuo naso… uhmm, mah, vediamo… ebbene
non noto sostanziali differenze con la misura iniziale… significa
che, tutto sommato, sei stata sincera con i tuoi ammiratori. E
brava Maria!
E allora, in conclusione, permettimi di salutare i lettori di
questa intervista pregando loro di acquistare e leggere a volontà
“Fiabe positive”: non ha controindicazioni né effetti collaterali
perché è un rimedio assolutamente naturale.
A questo punto, “Fiabe positive” alla mano, fiabesca Maria, ti
abbraccio modello piovra della tua favola “Siren” e … ah,
ricordati le fragole con il frappè, intesi?
Ah, Maria … dimenticavo: in questo clima di positività esaltante
ho scordato un dettaglio, perdonami. Volevo farti sapere che
almeno quest’anno le tue “Fiabe Positive” non potranno vincere il
prestigioso premio Strega… perché è andato alla matrigna di
Biancaneve.
Davvero!!! E va bene… Ci riproverò l’anno prossimo nella speranza
che non mi spiazzi il meraviglioso mago di Oz.

Big Mark

6 pensieri riguardo “Intervista divertente a un’autrice promettente sul libro “Fiabe Positive”

  • Carla Antonelli

    Ironica e divertente

    Rispondi
    • Vivi

      Domande simpatiche,a volte provocatorie;
      Risposte ironicamente sagaci .

      Rispondi
  • Carla Antonelli

    Ironico e divertente

    Rispondi
  • Candida

    Intervista originale e schietta, un “brava ” sia all’autrice che all’intervistatrice!

    Rispondi
  • Viviana

    Domande simpatiche, a volte provocatorie.
    Risposte ironicamente sagaci.

    Rispondi
  • Cesira Maria Trovini

    Intervista originale e molto divertente, complimenti a “Maria la fiabista” che, rispondendo sempre a tono, dimostra di essere più che fiabesca!

    Rispondi

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